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street art per le calli di venezia e ai giardini della biennale

devo ancora riprendermi dello shock di giga… chissà chi è stato…

🙁

preferiso ripensare al giro fatto per venezia…

ai numerosissisimi graffiti di mr. andre (cercando il suo sito ho trovato un pedagogissimo mr t :)…

                        

o ad altri pezzi con a bomboletta…

 

magari agli stencil visti in alcune calli… 

             

agli adesivi che tutti possono andare in giro ad attaccare in pochi istanti…

  

ad altri pezzi fatti con la semplicità di un pennarello…

 

che a volte passano quasi inosservati…

come questo supercalifragilistichespiralidoso…

 o come allo splendido guarda in su, guarda in giù dai un bacio a chi vuoi tu…

:* 

al sorriso che mi è venuto guardando alcune delle opere più politicizzate…

            

poi c'è chi propone visioni allargate di biennali più autogestite e spontanee, come ia…

 

anche
nei giardini della biennale c'erano opere nacoste, centimetri di libertà
espressiva di vari livelli o progetti che si tenevano ben saldi con la
colla..

               

ai
giardini della biennale, poche cose che mi son veramente piaciute, la
prima che mi viene in mente sono le case di mattoni (del brasile)

 mi sono sentito di dare un po' di colore anch'io…

un gemellaggio con il belgio…

🙂 

 

mi
è piaciuto anche un italiano che c'era sia ai giardini che
all'arsenale. oggi sono 6 anni da quando carlo giuliani è stato ucciso,
e ancora non ho visto giustizia. fuck g8

anche se alcune calli le ho evitate

comunque
girare per venezia è stato bello. soprattutto lasciarsi stupire dalle
piccole cose che si incontrano lungo la propria strada. credo che sia
la differenza tra l'andare a visitare una città "viva" o una città
"morta". la città morta è deserta, rimane uguale a se stessa, si
preserva inalterata, l'unico mutamento, forse, è l'usura del tempo. una
città viva ha la gente che pensa, si muove, fa e rifà le stesse vie,
pensando a qualcosa, collegando tragitti a situazioni… e spesso si
muove volendo lasciare una traccia del proprio se. trovare che
all'ombra di grandi monumenti un sottobosco vivo, è bello. anche se
ciò a volte passa anche attraverso scritte bruttissime, che io impedirei di fare, ma le
accetto, perchè fanno parte di una libertà di espressione importante.
viva la street art ed…

 

viva anche "marzia ti amo … seba".

buonanotte. e un abbraccio a tutti coloro che furono a genova…

per non dimenticare