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post san valentino -come si suol dire a vicenza “più basi con la lingua” ovvero boicotta le basi militari e i baci nella nestlè

allora, da oggi ho la connessione a casa.

e faccio subito un post veloce di prova.

lavori pirate boicotta boicottaggio baci nestlè merda teschio

 
mi ricordo ancora inberbe lo stupore per il primo adesivo di protesta in bicromia che mi era capitato tra le mani, era in turchese e rosso (probabilmente il rosso era un’aggiunta a tempera fatta una per una),l’adesivo era allegato al"la voce del ribelle".

il messaggio era chiaro:un avvoltoio che da mangiare a dei bambini in un nido e la scritta "nestlè" (una x rossa sopra il logo descriveva meglio il messaggio che si voleva far passare). non tutti sanno che i baci perugina sono sotto la nestlè… ecco cos’ho trovato in rete e che condivido.

E’ stato il mio
cioccolatino preferito per molti anni…..poi mi hanno parlato della
politica di marketing della nestlè, del latte in polvere e della morte
di migliaia di bambini nei paesi del terzo mondo.
Siamo abituati a pensare al potere come a qualcosa che si possiede. In
realtà il potere è qualcosa che si riceve e non da Dio o da altre forze
soprannaturali, ma dai sudditi. I generali riescono a condurre le loro
guerre non solo perché hanno al loro seguito un esercito di soldatini
obbedienti, ma anche perché migliaia di operai accettano di costruire
armi. I tiranni riescono ad imporre le loro dittature non solo perché
dispongono di poliziotti pronti ad eseguire qualsiasi rappresaglia, ma
anche perché molti preferiscono tacere. Gli avidi creano ingiustizia
non solo perché hanno al loro servizio delle schiere di ragionieri,
direttori e capi-squadra disposti a fare trionfare il sopruso, ma anche
perché i consumatori comprano tutto senza problemi. Dunque ogni volta
che andiamo a fare la spesa dobbiamo ricordarci che attraverso questo
gesto semplice ed apparentemente banale che è il consumo, rischiamo di
renderci complici dei peggiori misfatti, non solo per lo sfruttamento e
il danno ambientale che può essere racchiuso nel prodotto che
compriamo, ma anche perché diamo denaro e consenso che possono essere
responsabili di tanti altri abusi umani e sociali. Ma attenzione! È
necessario avere questa consapevolezza non per creare degli sterili
sensi di colpa, ma per diventare dei consumatori responsabili che
pretendono di usare il consumo come uno strumento per condizionare le
imprese. Perciò, quando andiamo a fare la spesa ricordiamoci anche che
siamo potenti e che le imprese sono in una posizione di profonda
dipendenza dal nostro comportamento di consumatori. Noi, infatti, con i
nostri acquisti abbiamo la possibilità di fare salire o scendere i loro
profitti. Proprio perché le imprese hanno tanta paura di noi, esse
tentano di dominare la nostra volontà spendendo miliardi per la
pubblicità. Dunque noi dobbiamo sforzarci per riappropriarci della
nostra volontà decisionale e dobbiamo rivalutare il potere che abbiamo
tra le mani. Un potere che preso singolarmente è certamente piccolo, ma
che moltiplicato per milioni di persone può mettere in ginocchio le più
grosse multinazionali e al limite l’intero sistema. Gli strumenti a
disposizione del consumatore per condizionare le imprese sono due: il
boicottaggio e il consumo critico. Il boicottaggio è un’azione
straordinaria e consiste nell’interruzione organizzata e temporanea
dell’acquisto di uno o più prodotti per forzare le società produttrici
ed abbandonare certi comportamenti. Mentre il boicottaggio è una
campagna organizzata con grande clamore di stampa e col coinvolgimento
di molte altre forze, comprese quelle politiche, sindacali ed anche
ecclesiastiche, il consumo critico è un’iniziativa più silenziosa
paragonabile ad un’abitudine di vita. Il consumo critico, infatti, è un
atteggiamento quotidiano che consiste nella scelta meticolosa di tutto
ciò che compriamo sulla base di due criteri: la storia del prodotto e
la condotta della casa produttrice. Scegliendo cosa comprare e cosa
scartare, non solo segnaliamo al sistema i metodi produttivi che
approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive
corrette mentre ostacoliamo le altre. In fin dei conti, il consumo si
può utilizzare come una forma di voto, che può influenzare le scelte
economiche molto di più del voto elettorale. Dunque non cerchiamo
scuse: le multinazionali non sono quei mostri imbattibili che noi
immaginiamo, ed il loro comportamento dipende dalle nostre scelte. Alla
fine il nostro problema non è la mancanza di strumenti di intervento.
Il nostro vero problema è come vogliamo utilizzare la nostra vita: se
preferiamo viverla da "sovrani" che pretendono di indirizzare il corso
della storia per fare trionfare la pace e la giustizia o se preferiamo
viverla da "servi" disposti a barattare la nostra dignità per un piatto
di lenticchie. 

per altre informazioni su cosa combina la nestlè dai bambini agli animali

baci con la lingua a tutt*

;*